GenIUS 2015/02: il Semestrale compie due anni con un numero ancora più ricco
30 dicembre, 2015 | Filled under GenIUS |
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di Marco Gattuso
Esce oggi il numero 2015/02 di GenIUS, Rivista di studi giuridici sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Il semestrale conclude così il suo secondo anno di vita e giunge al suo quarto numero.
Questo numero è forse ancora più ricco, anche in ragione del fatto che l’anno 2015 ha riservato numerosissime novità nelle materie trattate dalla Rivista.
Il semestrale dedica, innanzitutto, un intero Focus a quella che è stata definita “la sentenza più importante” ossia la decisione con cui la Corte Suprema americana ha dichiarato l’illegittimità del divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso, imponendo l’apertura del matrimonio in tutti gli Stati dell’Unione. La “sentenza più importante” nella storia dei diritti lgbti, innanzitutto, ma anche, più in generale, la più rilevante decisione degli ultimi decenni in materia di diritti civili, e forse la più dirompente. Il Focus, dal titolo Obergefell v. Hodges: il riconoscimento del diritto fondamentale al matrimonio è stato curato dalla prof. Angioletta Sperti, associata di diritto pubblico comparato presso l’Università di Pisa, con una sua introduzione che, insieme all’interessante analisi confezionata per GenIUS da Danaya C. Wright, Professor of law, e Simone Chriss, JD Student, della University of Florida, consente una dettagliata ricostruzione dell’intera vicenda giudiziaria, con una precisa analisi critica dell’evoluzione della giurisprudenza americana e la proposta di una attenta lettura della decisione. Il Focus prosegue con una disamina critica degli “infuocati dissensi delle minoranze della Corte”, opinioni dissenzienti spesso fondate su argomenti retorici ben rappresentati da Nicola Giovanni Cezzi, dottorando in Diritto Pubblico alla Sapienza, e con un ulteriore approfondimento di Renato Ibrido, assegnista di ricerca in Istituzioni di Diritto pubblico alla Luiss, sull’uso del cd. argomento sociologico nella giurisprudenza costituzionale in materia di orientamento sessuale, in una prospettiva sia di protezione ed estensione dei diritti delle persone omosessuali, sia nell’ambito di percorsi ermeneutico-argomentativi ostili.
Nell’anno in cui l’America vede riconosciuto che vietare a due persone di sposarsi è una manifesta violazione dei diritti fondamentali, in Italia, come noto, la questione della trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero ha generato un aspro contenzioso. Il secondo Focus, curato dal sottoscritto, è dedicato, dunque, ad una delle vicende più combattute degli ultimi tempi. Dopo la nota decisione del Tribunale di Grosseto di ammettere la trascrizione, diversi sindaci delle più importanti città (Roma, Milano, Napoli, Bologna..) hanno deciso di consentire la trascrizione. Tale scelta è stata aspramente contrastata dal Governo, nella persona del Ministro dell’Interno, con una contestata circolare, da ultimo ritenuta legittima da una assai discutibile decisione del Consiglio di Stato. I profili costituzionali della questione sono approfonditi da Barbara Pezzini, ordinario di costituzionale a Bergamo e co-direttrice della Rivista, mentre è delle prof. Giuseppa Palmeri e Maria Carmela Venuti, entrambe ordinarie di diritto privato a Palermo, una notevole ricostruzione degli aspetti civilistici. Gli aspetti (assai) deboli della menzionata sentenza del Consiglio di Stato sono analizzati a fondo nell’importante contributo di Marco Magri, associato di diritto amministrativo a Ferrara, che riprende criticamente anche le decisioni dei diversi tribunali regionali, mentre alcuni risvolti penalistici della vicenda vengono esaminati nel bel contributo di Luca Morassutto, avvocato penalista a Ferrara. Il Focus è chiuso dall’interessante intervento di Silvia Marino, ricercatrice di Diritto dell’Unione europea nell’Università dell’Insubria.
La sezione Interventi si apre con un’appassionata esposizione dell’evoluzione della nozione di “famiglia” nella prospettiva dei diritti fondamentali a firma di Marilisa D’Amico, ordinaria di diritto costituzionale a Milano. Di grande interesse anche la riflessione socio-giuridica a due mani di Joëlle Long, ricercatrice di diritto privato a Torino e Manuela Naldini, associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, sempre a Torino, sul cd. “turismo” (rectius “esilio”) matrimoniale e procreativo. Denise Amram, assegnista di ricerca presso la Scuola Superiore Sant’Anna, illustra ed approfondisce, invece, una delle grandi novità del 2015: l’approvazione in Irlanda dell’apertura del matrimonio che, per la prima volta al mondo, è avvenuta per via referendaria. Infine dalla Spagna, Elena Lauroba, Professora di diritto civile alla Universitat de Barcelona, presenta al lettore italiano la legge catalana contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia n. 11/2014 con un contributo critico di grande interesse.
La sezione dedicata ai Commenti è in questo numero ricca come mai, a conferma della cospicua recente produzione giurisprudenziale. Due contributi sono dedicati al diverso indirizzo seguito dai supremi organi giurisdizionali europei in materia di trascrizione di certificati di nascita recanti l’indicazione di due padri. È di Giuseppa Palmeri, innanzitutto, l’assai stimolante riflessione sulla sentenza del Tribunale Superiore spagnolo che non ha riconosciuto la trascrivibilità del certificato di nascita (sentenza 6 febbraio 2014), mentre Maurizio Di Masi, assegnista di ricerca in Diritto privato a Perugia, esamina invece l’opposta apertura della Corte suprema tedesca, con un contributo particolarmente approfondito. Segue un contributo davvero minuzioso e brillante di Chiara Ragni, associato di diritto internazionale a Milano, che esamina criticamente gli argomenti posti a fondamento dell’eccezione di illegittimità costituzionale sollevata dal Tribunale per i minorenni di Bologna in relazione alle norme che, secondo l’interpretazione dei giudici bolognesi, non consentirebbero di tenere conto dell’interesse del minore in ipotesi di riconoscimento di una secondparent adoption straniera, su cui è attesa adesso la decisione della Corte costituzionale. Chiude questa lunga serie di commenti in materia di filiazione, l’attenta nota di Francesca Brunetta d’Usseaux, associato di Diritto privato comparato a Genova, sulla decisione della Corte costituzionale austriaca dell’11 dicembre 2014 che ha ammesso l’adozione congiunta da parte di coppie dello stesso sesso. Non poteva mancare nel secondo numero del 2015 un primo commento, di Lucilla Conte, dottore di ricerca in Diritto costituzionale nell’Università del Piemonte Orientale, alla importantissima decisione della Corte di Cassazione –subito seguita anche dalla Corte costituzionale- che ha definitivamente ammesso la rettificazione anagrafica del sesso anche in assenza di un intervento demolitorio e/o ricostruttivo dei caratteri sessuali primari. Segue un contributo che si evidenzia per completezza e approfondimento, di Andrea Romano, dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università La Sapienza, dedicato alla sentenza della Corte di giustizia A, B, C v. Staatssecretaris van Veiligheid en Justitie in materia di protezione internazionale. Mathias Möschel e Sara Migliorini, rispettivamente Associate Professor nella Central European University e Senior Lecturer nelle University of London International LLB, University of Seychelles e avocat au Barreau de Paris, presentano quindi uno studio della nota decisione della Corte di cassazione francese che ha stabilito la contrarietà all’ordine pubblico internazionale del divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso contenuto in leggi straniere (nella specie di uno dei nubendi). Chiudono il numero, il commento, assai critico, di Michele Di Bari, assegnista in Diritto costituzionale, a Padova, dedicato alla sentenza n. 2400/15 della Corte di cassazione, definita in questa occasione “un giudice fuori (dal) tempo” e la nota di Antonio Rotelli, avvocato del foro di Taranto, dedicata invece alla sentenza del 22 gennaio 2015, n.1126, pure della Corte di cassazione, che ha riconosciuto la gravità di comportamenti apertamente omofobi provenienti da istituzioni pubbliche (nella specie il diniego della patente di guida ad un omosessuale).