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GenIUS va a vivere da sola!

GenIUS 2018/2
Giunta al quinto anno di vita, GenIUS – Rivista di studi giuridici sull’orientamento sessuale e l’identità di genere si rinnova, con un nuovo sito e una nuova struttura organizzativa. Nella continuità degli obiettivi e della linea editoriale, la Rivista acquista così una più visibile autonomia rispetto ad Articolo29.it, che sin qui l’ha ospitata sul proprio sito. Le due realtà – Articolo29 e GenIUS – continueranno a procedere in parallelo, cercando di fornire alla comunità scientifica e agli operatori del diritto una lettura rigorosa, profonda e aggiornata delle questioni giuridiche legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere in Italia, in Europa e nel mondo. Nel dire il nostro “arrivederci”, pubblichiamo il primo editoriale della nuova Direzione di GenIUS, firmato dai Direttori Marco Gattuso, Pina Palmeri e Paolo Veronesi. Buon lavoro a tutte e tutti noi!

“Sono ormai trascorsi cinque anni dal primo numero di GenIUS e – va detto – quel che all’epoca pareva un’autentica “sfida” continua imperterrita a esserlo.
Non sono certo qui in discussione i risultati (legislativi e giurisprudenziali) raggiunti in questo scorcio iniziale del millennio: approdi che, in molti casi, cinque anni fa sembravano addirittura velleitari. Né si tratta d’intercettare quanto di vecchio e intollerante, sui temi studiati nella nostra Rivista, continua a essere sostenuto, rappresentato e persino “coccolato” da chi accoglie e ragiona in base a paradigmi sempre più scricchiolanti (e talvolta addirittura inaccettabili).


Rimane invece che, proprio come scriveva Barbara Pezzini nello splendido editoriale posto ad apertura del nostro fascicolo d’esordio, l’esperienza quotidiana (italiana e internazionale) c’impone ancora (e sempre più) di ridiscutere “il paradigma eterosessuale del diritto e la costruzione rigidamente dicotomica del dualismo sessuale”. L’inesauribile premere dei casi (nuovi o meno che siano) e così la concreta realtà vissuta da persone in carne e ossa, esige insomma che siano ininterrottamente riletti, adattati e riplasmati gli istituti giuridici e le “concezioni dei concetti” mediante i quali si è soliti inquadrare i fenomeni che comunque interessano la definizione del “sesso”, dell’orientamento sessuale, delle questioni di genere, delle nuove fisionomie familiari o dei nuovi orizzonti della filiazione.
Le priorità emergenti dalle vicende oggi poste all’ordine del giorno del dibattito sul genere (in tutti i suoi addentellati) sono forse mutate da cinque anni a questa parte; nuove “classifiche” e nuove richieste di tutela si sono semplicemente affiancate o hanno preso il posto di quelle anche solo parzialmente soddisfatte nel recente passato (e ora momentaneamente a riposo sotto la cenere); identica resta tuttavia l’esigenza di farsene carico superando gli abituali costumi mentali e le istintive risposte giuridiche troppo legate a ciò che è sempre stato e sempre si presume debba essere. Del resto, basta scorrere gli indici dei fascicoli presentati in questo primo lustro di GenIUS per avere a disposizione un più che significativo affresco di cosa “si sia mosso” in tale lasso di tempo e di quali quaestiones attendano ancora di essere comprese, affrontate o chiarite.
Si tratta evidentemente di considerazioni che intercettano in via prioritaria proprio la sfera giuridica, non solo perché il diritto è la tipica sede in cui la tradizione prende corpo e tende a “cementificare” i propri approdi, ma anche (e proprio) perché – per le medesime ragioni – è sul diritto che si riversano le richieste di aggiornamento di quanto è sempre stato e – progressivamente – non viene più percepito come “naturale” o anche solo idoneo ad affrontare, inquadrare e rispondere alle esigenze del reale. Del resto – come ci ha insegnato Bobbio – è proprio la cultura (e il diritto come suo essenziale ingrediente) a definire cosa sia da ritenersi “naturale” e cosa invece sfugga a una simile classificazione; ed è sempre la cultura (e il diritto) a esaltare oltremisura e a costruire teoremi su quel tanto di naturale che pur sempre abita la nostra esperienza.
Di fatto, questo moto non avrà verosimilmente mai fine: alle grandi conquiste, da perseguire mediante l’approntamento di nuove discipline “di rottura” (più o meno marcata) rispetto al passato, si affiancano (e sempre si avvicineranno) vicende che esigono una “riformatrice” messa a punto degli strumenti giuridici (da lungo tempo) a disposizione dell’operatore, una loro rilettura alla luce di eventi e ricostruzioni forse neppure immaginabili sino a pochi istanti prima. Azioni che investono lo studioso, l’interprete e l’applicatore del diritto, in un dibattito circolare che trae fecondi spunti e vitale alimento da tutti questi versanti tra loro in dialogo instancabile. Azioni che – molto spesso – semplicemente preludono all’intervento (più o meno illuminato o da “fallo di reazione”) del legislatore.
Da ciò GenIUS respira (e continua ad assorbire) la sua costante ragion d’essere, il suo porsi quale “palestra” destinata a ospitare i dibattiti ed i confronti tra diverse prospettive, coinvolgendo tutti i saperi giuridici (specie universitari) e tutte le professioni che manovrano il diritto o al quale anche solo si rapportano nell’inquadrare ciò che investe i temi già rammentati. In tale traiettoria GenIUS dunque ritrova il suo alveo naturale: all’incrocio, cioè, dei principi di uguaglianza e di ragionevolezza, nella consapevolezza del necessario bilanciamento di tutti (ma proprio tutti) i valori coinvolti nelle diverse (e anche imprevedibili) fattispecie, nello scrupoloso ed evolutivo rispetto dei principi personalista e pluralista, con la netta convinzione che ai diritti da mettere a fuoco (vecchi o nuovi che siano) devono sempre fare da contrappunto i doveri che a essi immancabilmente si agganciano (perché non esiste diritto che non evochi anche una serie di doveri a esso correlati, essendo semplicistiche tutte le altre troppo rassicuranti o polemiche ricostruzioni), con la volontà che si perfezioni e si persegua il riconoscimento di ciò che è più prossimo all’essere di ciascuno.
Dopo cinque anni, e per di più a seguito del riconoscimento di GenIUS quale rivista scientifica a tutti gli effetti, occorreva però un salutare colpo di reni. Il “collaudo” è insomma terminato. Da qui l’ancor più netta separazione che oggi matura tra la nostra Rivista e il sito di Articolo29, il quale ci ha generosamente ospitato in questi anni, facendo da cassa di risonanza dei nostri contenuti (e viceversa). Si tratta di un segnale che intende rendere plasticamente visibile il diverso target e la mission decisamente più “verticale” della nostra Rivista: una presa d’atto che esigeva ormai un ripensamento del nostro modo di “presentarci al mondo” del diritto e della riflessione giuridica sul genere. Un vero salto di qualità che la nuova veste, completamente ripensata e adattata prendendo a modello le migliori riviste giuridiche on-line italiane e internazionali, vuole supportare ed esaltare.
Per affrontare questa sfida, GenIUS si dota quindi di una nuova struttura organizzativa in cui, alla Direzione editoriale – affidata congiuntamente a Marco Gattuso, Pina Palmeri e Paolo Veronesi -, si affianca un Comitato di Redazione che, oltre a svolgere i compiti tradizionalmente affidati a tale organo, curerà il potenziamento della dimensione internazionale della Rivista.
A differenza del passato, i singoli contributi verranno resi immediatamente disponibili on-line, così da consentire un’immediata fruizione dei contenuti da parte dei destinatari della Rivista ed un più tempestivo intervento degli Autori nel dibattito scientifico. I contributi saranno, quindi successivamente raccolti in due fascicoli annuali che, come in passato, continueranno ad essere articolati in una prima sezione dedicata ad uno o più focus tematici, in una seconda dedicata ad interventi e commenti su temi di attualità e, infine, in un osservatorio sui recenti provvedimenti normativi e decisioni giurisprudenziali.
In definitiva, crediamo che lo spazio di riflessione giuridica occupato da GenIUS sia ancor più necessario oggi, specie osservando (con preoccupazione) i ritorni di fiamma d’ideologie, prese di posizione e persino “tic mentali” che sempre più spesso prendono a modello un passato (liberticida) neppure troppo lontano. La “barra” di GenIUS rimarrà pertanto quella già ben conosciuta da chi ci legge: il rispetto delle diverse posizioni in campo sui medesimi (e tradizionalmente “delicati”) problemi non c’impedirà di prendere come nostra misura (e criterio di selezione) solo e soltanto l’uso della “ragione” in tutte le sue declinazioni, la tutela dei diritti e il rispetto delle minoranze. In un’epoca “muscolare” in cui le passioni cieche e immotivate (o men che meno ragionevoli) sembrano rialzare la testa anche nel più profondo Occidente, la nostra intende essere una precisa scelta di campo intellettuale. E mentre non pochi Paesi si barricano entro i propri confini la nostra Rivista intende ancor di più aprirsi al mondo, ospitando sulle sue pagine gli scritti di rinomati autori stranieri e contributi presentati nella lingua in cui sono stati concepiti. A ciascuno il suo”.