Archivi mensili: dicembre 2015

GenIUS 2015/02: il Semestrale compie due anni con un numero ancora più ricco

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di Marco Gattuso

Esce oggi il numero 2015/02 di GenIUS, Rivista di studi giuridici sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Il semestrale conclude così il suo secondo anno di vita e giunge al suo quarto numero.

Questo numero è forse ancora più ricco, anche in ragione del fatto che l’anno 2015 ha riservato numerosissime novità nelle materie trattate dalla Rivista.

Il semestrale dedica, innanzitutto, un intero Focus a quella che è stata definita “la sentenza più importante” ossia la decisione con cui la Corte Suprema americana ha dichiarato l’illegittimità del divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso, imponendo l’apertura del matrimonio in tutti gli Stati dell’Unione. La “sentenza più importante” nella storia dei diritti lgbti, innanzitutto, ma anche, più in generale, la più rilevante decisione degli ultimi decenni in materia di diritti civili, e forse la più dirompente. Il Focus, dal titolo Obergefell v. Hodges: il riconoscimento del diritto fondamentale al matrimonio è stato curato dalla prof. Angioletta Sperti, associata di diritto pubblico comparato presso l’Università di Pisa, con una sua introduzione che, insieme all’interessante analisi confezionata per GenIUS da Danaya C. Wright, Professor of law, e Simone Chriss,  JD Student,  della University of Florida, consente una dettagliata ricostruzione dell’intera vicenda giudiziaria, con una precisa analisi critica dell’evoluzione della giurisprudenza americana e la proposta di una attenta lettura della decisione. Il Focus prosegue con una disamina critica degli “infuocati dissensi delle minoranze della Corte”, opinioni dissenzienti spesso fondate su argomenti retorici ben rappresentati da Nicola Giovanni Cezzi, dottorando in Diritto Pubblico alla Sapienza, e con un ulteriore approfondimento di Renato Ibrido, assegnista di ricerca in Istituzioni di Diritto pubblico alla Luiss, sull’uso del cd. argomento sociologico nella giurisprudenza costituzionale in materia di orientamento sessuale, in una prospettiva sia di protezione ed estensione dei diritti delle persone omosessuali, sia nell’ambito di percorsi ermeneutico-argomentativi ostili.

Nell’anno in cui l’America vede riconosciuto che vietare a due persone di sposarsi è una manifesta violazione dei diritti fondamentali, in Italia, come noto, la questione della trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero ha generato un aspro contenzioso. Il secondo Focus, curato (more…)

Un primo commento alla nuova legge greca sulle unioni civili

di Matteo M. Winkler*

L’approvazione da parte del Parlamento greco, il 23 dicembre 2015, di una legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso ha generato nel nostro Paese due tipi di reazioni. Da una parte, a ragione, si è messa in evidenza la perdurante arretratezza del  nostro Paese sul tema delle coppie gay e lesbiche, richiamando per l’ennesima volta l’attenzione del Parlamento sulla necessità di procedere con urgenza nella medesima direzione. Dall’altra parte, e in modo invero piuttosto curioso, si è rilevata l’assenza, nella legge greca, di una disciplina della stepchild adoption (l’adozione del figlio del partner), sulla quale invece il nostro Parlamento starebbe al momento lavorando, affermando così implicitamente che la legislazione italiana in preparazione sarebbe, almeno sotto questo profilo, decisamente migliore di quella greca. Nel commento che segue vorrei chiarire che nessuna di queste due visioni appare corretta, e ciò alla luce sia dell’attuale stato del diritto di famiglia in Grecia, sia dell’odierna situazione italiana.

Ma procediamo con ordine. Anche in Grecia, come da noi, l’opzione di una legge sulle coppie formate da persone dello stesso sesso si muove lungo il crinale sottile che divide la necessità costituzionale dall’opportunità politica. A dirla tutta, non è che il primo ministro greco Alexis Tsipras avesse molta scelta se non estendere alle coppie gay e lesbiche l’istituto dell’unione tra conviventi già esistente per le coppie di sesso diverso dal 2008 (Legge 26 novembre 2008, n. 3719, Riforme in materia di famiglia, minori e società, il cui testo tradotto in inglese è leggibile qui). Infatti, come lo stesso Tsipras ha dovuto ammettere nel suo discorso di accompagnamento al disegno di legge, pendeva sulla Grecia la sentenza di condanna della Corte europea dei diritti umani emessa nel caso Vallianatos del 7 novembre 2013 (qui un commento articolato), ove la Corte aveva individuato nella limitazione alle coppie eterosessuali prevista dall’articolo 1 della citata legge una violazione del principio di non discriminazione per orientamento sessuale di cui agli articoli 8 e 14 della Convenzione. L’intervento legislativo è stato dunque a lungo atteso, ma anche necessitato da detta pronuncia.

Colpisce inoltre l’estrema rapidità con cui tale legge è stata approvata. L’annuncio ne era stato dato dal governo greco già il 9 febbraio 2015, poco dopo il suo insediamento all’esito delle elezioni nazionali di gennaio. Esattamente nove mesi più tardi, e dopo ulteriori elezioni nazionali, il progetto di legge raggiungeva l’aula parlamentare e in poco più di un mese giungeva all’approvazione finale, dopo 12 ore di discussione e con una larga maggioranza di 193 voti favorevoli contro 56 contrari.

Si badi che la legge non si occupa solo delle coppie gay e (more…)

L’adozione da parte della comadre è nell’interesse della minore: conferma anche dai giudici d’appello

Con sentenza depositata oggi 23 dicembre 2015 la Corte d’appello di Roma ha rigettato il ricorso del P.M. avverso la sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma del luglio 2014 che aveva disposto l’adozione di una bambina da parte della comamma.

Anche i giudici d’appello affermano, dunque, che quando vi sia una stabile relazione genitore/figlio, l’art. 44 lett. D della Legge n. 184 del 1983 consente di disporre l’adozione. Si riafferma così che il giudice può e deve valutare se nel caso concreto l’adozione da parte della comadre è nell’interesse del minore.

La sentenza della Corte d’Appello di Roma rappresenta dunque una importante affermazione dell’indirizzo interpretativo, già fatto proprio dal Collegio di primo grado, che di recente aveva trovato conferma anche in una decisione dalla Corte d’Appello di Milano: l’art. 44 lett. D della Legge sull’adozione rappresenta «una clausola residuale in cui valutare tutti quei casi non sempre esemplificabili che nella realtà possono presentarsi e che non possono farsi rientrare nelle ipotesi di cui alle lettere a), b) e c)» e che, secondo la valutazione del giudice minorile, consigliano l’affermazione giuridica del rapporto di genitorialità nell’esclusivo interesse superiore del minore.

Tale interesse è sicuramente sussistente nell’ipotesi «di un profondo legame» della minore instaurato con la comadre «sin dalla nascita e caratterizzato da tutti gli elementi affettivi e di riferimento relazionale, interno ed esterno, qualificanti il rapporto genitore/figlio». La Corte d’Appello capitolina rammenta, peraltro, che «non si tratta, quindi, come ritenuto dal PM appellante, di affiancare una seconda figura materna o creare un nuovo rapporto genitore-figlio, ma di prendere atto di una relazione già sussistente e consolidata nella vita della minore e valutare l’utilità per quest’ultima che la relazione di fatto esistente sia rivestita giuridicamente a tutela della minore medesima».

Con le due decisioni della Corte d’Appello di Roma e di Milano, in rapida successione, si consolida così una (more…)

Avvocatura e tutela delle coppie omosessuali: la delibera del Consiglio Nazionale Forense

Con delibera adottata il 23 ottobre 2015, resa pubblica il 15 dicembre durante l’incontro su “Convivenze di fatto e unioni civili” svoltosi alla Camera dei Deputati, il Consiglio Nazionale Forense -massimo rappresentante istituzionale dell’Avvocatura italiana- ha rappresentato al Parlamento ed al Governo “l’improrogabile e indefettibile necessità di garantire la tutela della vita privata e familiare delle coppie di fatto e delle coppie omosessuali, nel rispetto della Costituzione e dei suoi principi democratici”.
Pur senza farvi espresso riferimento, la delibera sembra guardare al dibattito attualmente in corso sul ddl AS 2081 (cd. ddl Cirinnà), recante – appunto – “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, il cui iter riprenderà il 26 gennaio prossimo con la discussione generale in Aula, al Senato.
Il documento muove da alcune premesse rilevanti, sul piano del metodo e del merito. L’intervento dell’Avvocatura italiana nel dibattito politico, parlamentare e sociale in corso è infatti giustificato – in punto di metodo – sul rilievo secondo cui “il contributo positivo alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali, dell’eguaglianza e della pari dignità sociale è componente essenziale della missione istituzionale dell’Avvocatura, in coerenza con la sua funzione istituzionale e la sua responsabilità sociale”.
La delibera passa poi ad elencare alcuni profili di merito, dalle quali discende la necessità di una presa di posizione. Anzitutto, il rilievo centrale assunto – nel nostro sistema costituzionale – dalla centralità della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti inviolabili tra cui rientra “quello di esprimere la propria identità ed il proprio orientamento sessuale e di realizzare compiutamente ed in conformità ad essi le scelte inerenti alla vita privata, come quelle relative alla costruzione di una famiglia”: il principio del libero svolgimento della personalità si salda, poi, con il principio di eguaglianza, il quale – imponendo di evitare ogni trattamento discriminatorio – garantisce “alle diverse forme dell’affettività umana pari dignità sociale”. (more…)

RECENSIONI\Daniele Ferrari, Status giuridico e orientamento sessuale

ferrariPubblichiamo con molto piacere la prefazione, curata da Lara Trucco, all’interessante volume di Daniele Ferrari Status giuridico e orientamento sessuale, La condizione giuridica dell’omosessualità dalla sanzione, alla liberazione, alla dignità.

di Lara Trucco*

Il volume curato da Daniele Ferrari, dal titolo indubbiamente intrigante “Status giuridico e orientamento sessuale”, raccoglie una serie di saggi scritti dallo stesso autore su di un tema, “la condizione giuridica dell’omosessualità”, di perdurante attualità.

La battaglia portata avanti contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei soggetti omosessuali è, infatti, “antica” ed a tutt’oggi, come lo stesso libro sta a dimostrare, non ancora del tutto risolta, tanto che si è resa necessaria l’approvazione, nelle scorse settimane, da parte della Camera dei deputati, di una mozione concernente uno degli aspetti più controversi della «condizione delle persone dello stesso sesso», e cioè a dire l’introduzione di una disciplina normativa “sulle unioni civili”, mentre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della nona Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, ha incoraggiato, più ampiamente, «quanti in questi anni si sono battuti e continuano a battersi contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale delle persone».

In attesa, dunque, dell’evolversi della situazione, il volume, scritto con piglio appassionato, offre ai lettori un’istantanea sullo stato in cui versa attualmente la materia…arricchendone la visione con stimolanti coups d’œil verso il passato così come di proiezioni verso l’immediato futuro. Il cuore dello studio, infatti, costituito dall’analisi dello “status delle unioni omo-affettive in Italia” (cap. II), è preceduto dall’esame, in chiave storica, della “condizione giuridica dell’omosessualità” (cap. I) e ad esso segue la considerazione dei delicati rapporti tra omosessualità e “status di genitore”, da un lato (cap. III), e dei “fenomeni migratori”, dall’altro (cap. IV).

Pur essendo consapevoli della responsabilità di introdurre alla lettura di un libro su questioni tanto delicate e complesse e senza in ogni caso volerne qui anticipare più del necessario i contenuti, ciò che, ci pare, ne risulta confermato è come, nella società democratica e pluralistica attuale, l’orizzonte critico dei diritti fondamentali sia costituito dalla presenza (anche) sul piano legislativo di “modelli” aprioristicamente “negativi” nei confronti di certi stili e comportamenti di vita. Questo tipo di approccio, già di per se stesso controverso, si rivela ancora più problematico quando ha «l’effetto di svalutare la dignità delle persone», a maggior ragione in quei casi in cui esso fondi i propri assunti su basi falsificabili sul piano scientifico. (more…)

La Corte d’appello di Milano dispone la trascrizione di una adozione “piena” da parte della mamma sociale

Con provvedimento in data 16 ottobre 2015, reso noto oggi (Corte Appello Milano, sez. Persone, Minori, Famiglia, 16 ottobre 2015 – Pres. Bianca La Monica, est. M. Cristina Canziani), la Corte di Appello di Milano ha ordinato la trascrizione dell’adozione di una minore da parte della propria mamma sociale nell’ambito di una coppia di donne.
La decisione rappresenta un nuovo momento di svolta, che arriva peraltro nel momento in cui è sempre più accesa la discussione sull’inserimento nella legge sulle Unioni civili della possibilità di adozione dei figli nell’ambito di coppie dello stesso sesso (cd. stepchild adoption). Attraverso la trascrizione del provvedimento straniero viene riconosciuta, per la prima volta nel nostro Paese, una adozione piena, o legittimante, della minore da parte della sua mamma sociale e non soltanto una adozione cd. “in casi particolari”, con conseguente instaurazione di un rapporto genitoriale del tutto identico a qualsiasi altro rapporto genitoriale (anche nei confronti, ad es., dei parenti della madre sociale, che oggi vengono così riconosciuti pienamente nonni e zii della ragazzina).
Pur rilevando l’impossibilità di disporre la trascrizione del matrimonio celebrato in Spagna fra le due mamme (per le ragioni già esposte dalla stessa Corte d’Appello di Milano in un recentissimo provvedimento) e, per conseguenza, del divorzio nel contempo intervenuto fra le due donne, la Corte ritiene invece meritevole di accoglimento la domanda di trascrizione nei registri dello Stato Civile, in base al disposto di cui all’art. 28 del DPR 396/2000, dell’ordinanza del giudice spagnolo che ha dichiarato l’adozione piena, con effetti legittimanti, della minore attribuendole anche il doppio cognome.
Nel provvedimento si dà atto che la minore è una ragazzina di dodici anni che sin dalla nascita «è stata adeguatamente amata, curata, mantenuta, educata ed istruita da entrambe le donne che hanno realizzato l’originario progetto di genitorialità condivisa, nell’ambito di una famiglia fondata sulla comunione materiale e spirituale di due persone di sesso femminile». (more…)