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Un anno di passione

imagePer molti versi il 2013 é stato un anno straordinario: grandi Paesi come Francia e Inghilterra hanno posto fine alla discriminazione matrimoniale basata sull’orientamento sessuale; la Corte Suprema americana ha scritto due decisioni storiche, abrogando il DOMA e aprendo definitivamente il matrimonio in California; le corti europee hanno depositato alcune importanti decisioni in materia di discriminazione, che con buona probabilità daranno ulteriori frutti. Nel contempo in altre realtà (Russia, Uganda, India…) é tornata o si é inasprita un’atroce repressione penale contro le persone lgbti. Il mondo vive tempi straordinari fra conquiste sul terreno dei diritti e dell’uguaglianza e nuove vandee.
Nato appena sei mesi fa, il 17 maggio 2013, Articolo29 ha cercato di commentare, informare, narrare le implicazioni giuridiche di questi tempi straordinari. Nato come iniziativa assolutamente indipendente, senza alcun finanziamento, armato solo della nostra passione per il diritto e delle nostre idee, il sito ha ospitato commenti ad ogni sentenza italiana, europea e anche straniera, ha seguito il percorso della legge contro l’omo-transfobia, con commenti critici di vario segno, ha anticipato novità della giurisprudenza ancora inedite.
Il nostro augurio per il 2014 é di potervi raccontare nel corso di quest’anno le prime leggi che assicurino anche in Italia tutela giuridica alle persone lgbti ed ai loro figli. Perché non é dignitoso che in questo Paese, fatto anche di gente generosa ed aperta, si debba chiedere col cappello in mano e per favore, quello che appena oltre confine, in Francia, in Svizzera o in Austria, é dato per scontato ed é riconosciuto dallo Stato come un diritto soggettivo. Lede la dignità delle persone dover chiedere all’infermiere di turno di “chiudere un occhio” per stare al capezzale del proprio compagno, chiedere ai propri suoceri la cortesia di restare in casa propria dopo la morte del convivente, mendicare al proprio datore di lavoro qualche giorno di ferie quando nasce il proprio figlio (mentre ogni genitore ha diritto a mesi di congedo parentale), lede la dignità ed i diritti dei figli dover confidare sulla cortesia di un preside per un gesto banale come andare a prendere il proprio figlio a scuola o partecipare all’assemblea di classe, non è dignitoso che il 5 % della popolazione debba costringere amici e parenti a prendere un volo low cost per celebrare il proprio matrimonio o persino per firmare una banale unione civile, é incredibile che uno Stato che ha impiegato decenni a riconoscere il diritto al divorzio, oggi lo voglia imporre alle persone transessuali contro la loro volontà, non é ammissibile che nel 2014 le squadracce che molestano, picchiano, dileggiando non vengano perseguite dalla legge come meritano e come accade in qualsiasi paese civile.
Tutte queste regole discriminatorie sono il retaggio di un’arretratezza culturale e di un provincialismo penosi, ma sono, soprattutto, il frutto di una cultura giuridica che non mette ancora al centro la persona ed i suoi diritti e che é, in ultima analisi, ostinatamente contraria allo spirito della Costituzione repubblicana. Abbiamo chiuso il 2013 con ancora negli occhi le immagini raccapriccianti dell’incredibile violazione della dignità dei migranti a Lampedusa. Sono immagini che non avremmo mai pensato di dovere rivedere a settant’anni dalla firma della Costituzione. Questo Paese ha bisogno di ritornare allo spirito della sua Legge fondamentale ed ha bisogno di muoversi subito: perché la profonda crisi economica che attanaglia tutti noi non giustifica che le minoranze più deboli siano discriminate, né giustifica la lesione della dignità delle persone.
Il nostro portale é stato intitolato all’articolo 29 della Costituzione, scritto dopo la caduta del fascismo per difendere la famiglia contro intrusioni ideologiche ed autoritarie, proprio perché crediamo nella forza garantista e nella capacità innovatrice della nostra Carta costituzionale.
Il diritto é parte della cultura di un Paese, come l’arte, il cinema, il teatro ed ogni altro prodotto culturale. É influenzato dalla cultura e dal comune sentire e a sua volta influenza la cultura ed il comune sentire: le persone senza diritti stentano sovente ad uscire allo scoperto, spesso sono ancora timorose di vivere la propria vita a viso aperto, in famiglia, sul luogo di lavoro, per strada.  Avere diritti è vitale per avere più forza e coraggio, per affermare la propria personalità, per vivere senza dover confidare sul buon cuore di funzionari, infermieri e datori di lavoro e per prendere senza timore ciò che spetta. Avere pieni diritti civili non basta, certo, ma é necessario per vivere meglio.
Tuttavia, se non si esce allo scoperto i diritti non piovono dal cielo.
A chi ci segue, dunque, siate avvocati, ricercatori, docenti universitari, giudici, funzionari o semplici cittadini e cittadine, Articolo29 augura non solo e non tanto un anno di serenità, che é già tanto in questi tempi di crisi, ma molto di più: un anno di studio, di impegno e di passione (MG).

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