Studio INPS, la reversibilitá per i gay non incide sul bilancio dello Stato: nel 2016 costerà appena 100.000 euro
11 maggio, 2015 | Filled under italia, NEWS, orientamento sessuale, Unioni civili |
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Il riconoscimento della pensione di reversibilità comporta costi risibili per lo Stato. Lo ha verificato l’INPS con uno studio del 31 marzo 2015, pubblicato oggi da ARTICOLO29, per cui gli oneri per lo Stato sarebbero pari a soli 100.000 euro nel 2016, che diverrebbero 500.000 nel 2017 sino a raggiungere appena 6 milioni di euro nel 2025.
Uno dei temi più dibattuti a proposito del disegno di legge sulle unioni civili (il cd. Testo Unificato Cirinnà, per cui scade oggi il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione giustizia in Senato), è certamente quello della estensione delle pensioni di reversibilità alle coppie dello stesso sesso unite civilmente, per la quale vi sarebbero, secondo alcuni commentatori, dubbi di compatibilità di bilancio a causa di un paventato dispendio di ingenti risorse.
Uno studio appena realizzato dall’INPS (che viene reso pubblico oggi da ARTICOLO29) esclude tuttavia che la previsione legislativa della pensione di reversibilità in caso di decesso di un membro dell’Unione civile comporti ingenti oneri per lo Stato.
Nello studio dell’INPS si rileva, difatti, come nel primo anno di entrata in vigore della legge, 2016, l’onere per lo Stato sarebbe pari a soli 100.000 euro, che diverrebbero 500.000 nel 2017 sino a raggiungere i 6 milioni di euro nel 2025. Dunque importi assolutamente risibili per il bilancio dello Stato.
L’INPS ha calcolato tali oneri con riferimento non al numero di coppie gay e lesbiche stimate in Italia dall’Istat (che sarebbero solo 7.500, cifra ritenuta sottostimata), ma approssimandosi al numero di coppie che hanno celebrato unioni civili in Germania nel primo decennio dall’entrata vigore dell’analoga legge i i vigente (ben 35.000 unioni civili). Si tratta, peraltro, di una previsione probabilmente eccessiva se tiene conto che quel paese ha una volta e mezza gli abitanti dell’Italia.
Sembrano venire a cadere, così, tutti i dubbi in ordine alla sostenibilità economica del nuovo istituto, e con essi l’unico argomento contrario al riconoscimento della pensione di reversibilità.
Con riguardo al fondamento giuridico di tale riconoscimento, va ricordato infatti come la Corte di giustizia dell’Unione europea (sentenza del 1 aprile 2008, Tadao Maruko c. Versorgungsanstalt der Deutschen Buhnen) abbia ritenuto la natura discriminatoria dell’esclusione delle coppie gay e lesbiche registrate da tale beneficio, osservando che, poiché la pensione di reversibilità rientra nella nozione di “retribuzione”, il mancato riconoscimento della stessa a chi contragga una unione civile riservata a persone dello stesso sesso si pone in contrasto con la Direttiva europea 2000/78 che combatte le discriminazioni sul lavoro basate sull’orientamento sessuale (dunque un articolo della nuova legge sulle Unioni civili che escludesse l’estensione della pensione di reversibilità nascerebbe già morta, in quanto non potrebbe passare il vaglio della Corte europea, che sul punto si è già espressa).
Uno studio importante, dunque, mentre entra nel vivo la discussione in Commissione Giustizia (vedremo domattina gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione).
ARTICOLO29 continuerà a seguire, come promesso, la discussione parlamentare, cercando di fornire nel prosieguo dei lavori parlamentari ulteriori elementi di valutazione tecnico-giuridica. [whohit]INPS[/whohit]